Le emissioni del gigante tecnologico Google sono aumentate del 48% negli ultimi cinque anni. In un rapporto ambientale annuale pubblicato martedì (2 luglio), Google ha affermato che le sue emissioni di gas serra ammontavano a 14,3 milioni di tonnellate di anidride carbonica nel corso del 2023.
Si tratta di un dato superiore del 13% rispetto al 2022 e del 48% rispetto al 2019. Google ha affermato che l’aumento delle emissioni è dovuto principalmente all’aumento del consumo energetico dei data center e alle emissioni della supply chain.
“Man mano che integriamo ulteriormente l’intelligenza artificiale nei nostri prodotti, ridurre le emissioni potrebbe rivelarsi una sfida, a causa della crescente domanda di energia derivante dalla maggiore intensità di elaborazione dell’intelligenza artificiale e dalle emissioni associate ai previsti incrementi nei nostri investimenti nelle infrastrutture tecniche”, ha affermato Google nel rapporto.
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Nel 2021, Google si è posta l’obiettivo di raggiungere emissioni nette pari a zero in tutte le sue operazioni e nella catena del valore entro il 2030. Per raggiungere questo obiettivo, il colosso della tecnologia mira a ridurre il 50% delle sue emissioni combinate e a investire in soluzioni di rimozione del carbonio basate sulla natura e sulla tecnologia per neutralizzare le emissioni rimanenti.
Google ha inoltre aderito formalmente all’iniziativa Science Based Targets (SBTi) per convalidare il suo obiettivo assoluto di riduzione delle emissioni.
Detto questo, Google prevede che le sue emissioni totali “aumenteranno prima di scendere verso il nostro obiettivo assoluto di riduzione delle emissioni”.
“Raggiungere emissioni nette pari a zero entro il 2030 è un obiettivo estremamente ambizioso e sappiamo che non sarà facile. Il nostro approccio continuerà a evolversi e ci richiederà di destreggiarci in una notevole incertezza, inclusa l’incertezza sul futuro impatto ambientale dell’IA, che è complessa e difficile da prevedere”, ha affermato Google nel rapporto.
“Inoltre, al momento non esistono soluzioni per alcune delle principali sfide globali, che dipenderanno in larga misura dalla più ampia transizione verso l’energia pulita”, ha aggiunto.
All’inizio di giugno, Google ha investito in nuovi data center a Singapore e MalaysiaA Singapore, il colosso della tecnologia ha annunciato il completamento del suo ultimo data center e dell’espansione del campus della regione cloud.
Ciò ha portato gli investimenti totali dell’azienda nelle infrastrutture tecniche del Paese a 5 miliardi di dollari USA (6,7 miliardi di dollari di Singapore), in aumento rispetto agli 850 milioni di dollari USA (1,1 miliardi di dollari di Singapore) del 2018.
Una dichiarazione rilasciata da Google segnala che i data center completati rispondono alla crescente domanda di servizi cloud a livello locale e mondiale, contribuendo a rafforzare la posizione di Singapore come hub di data center per la regione.
“L’espansione del nostro campus di data center a Singapore ribadisce il nostro impegno nell’aiutare le organizzazioni del sud-est asiatico a sfruttare le opportunità digitali, garantendo al contempo che la crescita sia il più sostenibile possibile”, ha affermato Kate Brandt, responsabile della sostenibilità di Google.
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